Mostra Virtuale Collettiva 2020

Mostra d'Arte Virtuale ai tempi del Coronavirus

Dal 20 Dicembre 2020
Siulp Con il patrocinio del Sindacato Italiano dei lavoratori della Polizia di Stato (SIULP)



 Dove: Online sul sito ufficiale www.sabrinafalzone.info e sulla pagina Facebook


 

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Stiamo vivendo un periodo storico particolare e molto delicato, in cui il Covid-19 ha generato un tessuto sociale di incertezza e fragilità. In questo momento anche l’arte assorbe le tensioni sociali e si trasforma attraverso la sensibilità degli artisti contemporanei. Affinché l'arte non sparisca in un momento così delicato ma sia piuttosto un valido supporto all'intera umanità, il critico d'arte Sabrina Falzone continua ad esporre e promuovere artisti selezionati su scala internazionale nel contesto di questa Mostra Virtuale. Adesso più che mai l'Arte assume un'importanza d'impatto mondiale per la trasmissione di un messaggio di speranza e positività alla società.

 

In pieno periodo natalizio, con l’auspicio di ricordare al mondo intero l’esistenza della bellezza e della “luce” nel buio di emozioni e di relazioni che stiamo vivendo, vogliamo rassicurare che l’Arte e la Creatività ci sono ancora, più forti ed assertive di prima, a ricordare quanto sia bella la Vita. La Mostra Virtuale a cura del critico e storico dell’arte Sabrina Falzone e organizzata da Falzone Arte Contemporanea con il Patrocinio istituzionale del Sindacato Italiano dei lavoratori della Polizia di Stato (SIULP), affronta diverse tematiche correlate al periodo del Coronavirus. Sono stati scelti per l’occasione gli artisti più singolari ed autorevoli sul panorama creativo, che hanno indagato questi temi con acutezza e sensibilità, un'arma potentissima (la sensibilità).




 
  


Il quadro che suggella il passaggio tra queste due differenti dimensioni esistenziali dell’ARTE AI TEMPI DEL CORONAVIRUS (prima e dopo il Covid-19) è “Trasmigrazione”, dipinto da Luisa Finicelli con acuta sensibilità che si manifesta prevalentemente nel suo cromatismo spirituale e nella concezione di un viaggio metaforico.




Si registra così un cambiamento epocale nell'ambito delle relazioni sociali che arriva a mettere in  dubbio la propria identità, come ci mostra Andrea Sterpa nel dipinto a tecnica mista su tela intitolato “Not Identity”. In esso l’artista denuncia una perdita d’identità con l’imposizione di massa nell'indossare dispositivi di sicurezza, che se da un lato servono a proteggerci dal contagio, di fatto, coprendo parte del volto, ci omologano ancora di più, annullando la nostra personalità.

 

 

virus SolitudineSalome quarantena

 Il senso di perdita d’identità viene indagato significativamente dall'artista FMT nelle opere “Virus”, “Quarantena”, “Salomè” e “Solitudine”, nelle quali una serie ripetuta di figure popola la scena pittorica: egli crea una scissione interna nell'essere umano. In un periodo storico come quello che stiamo vivendo, l'identità è condannata a subire una involontaria scissione del sé, che genera turbamento, angoscia e tormento interiore. Il registro cromatico particolarmente delicato dei dipinti “Virus”, “Salomè” e “Quarantena” si diversifica notevolmente dalla china mista che anticipa uno grandi temi del periodo del Coronavirus: la “Solitudine”, un’opera dall'accento cromatico più intenso e deciso nella predilezione di un contrasto visuale notevolmente più marcato.
Le quattro opere d’arte realizzate da FMT mettono in evidenza la crisi dell’essere umano in un periodo storico oltremodo difficile da superare chiusi nella propria solitudine e l’autore la ricrea in modo vibrante nella sua pittura con tanti spunti innovativi e con il risultato di dare luce ad una stesura pittorica inaspettatamente armoniosa.
FMT è senz'altro un artista libero e sincero nell'espressione pittorica, la sua comunicazione appare immediata e diretta, rivolgendosi a tutti senza esclusioni con il suo messaggio di portata universale.

 



La crisi umana che scuote il mondo intero e genera un clima di dubbi ed ansietà è oggetto d’indagine pittorica dell’artista francese Gérard Beaugrard, che sfiora il tema della solitudine  nel dipinto "Toute seule" e richiama la lezione di Egon Schiele e degli espressionisti viennesi con una rivisitazione cromatica più vivace e personale.
Nell'opera "Disparaître de Soi" anche Gérard Beaugrard sente l’esigenza di enfatizzare la scissione interna dell’uomo in questo momento particolare durante il Covid-19. Predilige per lo più figure solitarie che appaiono con tratti somatici estremamente esasperati dalla disperazione.
La lezione di Munch ed il riferimento al suo celebre "Urlo" sono presenti sia in "Disparaître de Soi" che in "ça me désarticule" nell'emblema dell’angoscia umana. Sono entrambe opere di intensità espressiva, introspezione psicologica e manifestazione di disagio interiore nella rappresentazione di figure umane sconvolte dall'irrazionalità della loro angoscia, in netto contrasto con lo sfondo dall'assetto geometrizzante che restituisce razionalità all'insieme. Quelle di Gérard Beaugrard sono pertanto opere di grande equilibrio.

 




Uno straordinario cromatismo di speranza viene trasmesso dall'osservazione della fotografia digitale “Il tempo del Coronavirus” eseguita da Miriam De Berardis, instancabile ricercatrice di nuovi orizzonti visivi, dove le dimensioni del tempo e dello spazio sembrano congelate e sovrastate dall'energia del colore.

 




Se parliamo di colore, non possiamo non citare il maestro Gianfranco Gobbini che nel quadro intitolato “Le biglie di Joseph-corona” parte da uno sfondo cupo, riflesso dei tempi bui che stiamo vivendo, fino ad arrivare a dipingere una vera e propria esplosione di luce nell'opera d’arte “Rivivere-rinascita”. Gianfranco Gobbini riesce ad esprimere magistralmente l’apoteosi di una rinascita Post-Covid attraverso l’enfasi luministica del colore, passando con disinvoltura da una pittura simbolicamente livida (si osservi “Le biglie di Joseph-corona”, dove la drammaticità del rosso sembra addirittura vibrare sulla superficie dipinta) fino a raggiungere un trionfo di luce e di speranza.

 




Con Aude Fourrier si approda al mosaico intuitivo ®, una particolarissima tecnica tra tradizione e modernità che ben si evince in “Scintilla” e “Vibrazioni”. L’artista francese interpreta il mosaico come l’arte della manipolazione per eccellenza e ricomposizione della materia come un’allegoria della Vita, evidenziando una proiezione ed estensione di sé stessa nell'indagine visiva dell’anima. Quella di Aude Fourrier non è altro che una singolare pratica artistica intuitiva con un forte accento ludico ed una vibrante comunicazione energetica, nata dal suggestivo connubio tra l’energia della materia, della luce e della creatività, dalla cui fusione affiora una dimensione di silenzio e serenità, quantomai necessaria in questo momento storico. L’artista francese indaga con maestria e con un lavoro certosino i meandri della spiritualità.
 




Un carattere di spontaneità è presente anche nel disegno “Guilty” realizzato da GLORIA, che lascia libero spazio all’istinto con una rappresentazione precisa e didascalica del dramma del Coronavirus. Essenzialità e immediatezza sono gli elementi rilevanti nella creatività di Gloria.
 




Ermanno Campalani ci ricorda la spontaneità del relazionarsi nell'opera digitale “Giù la mascherina”, nella quale viene suggerita un’assenza di barriere nei rapporti sociali fra i bambini, più spontanei da un lato e più incoscienti dall'altro. Un bambino può insegnarci sempre molte cose: a non isolarci ad esempio. Ermanno Campalani ci restituisce così quella dimensione di leggerezza che si sta irrimediabilmente perdendo nel periodo del Coronavirus.
 





In “Time Lapse” Rita Tripodi si concentra su una duplice dimensione con originalità mediante l’impiego di materiali insoliti, quali il filo metallico plastificato inserito nel contesto di un’opera pittorica eseguita a tecnica mista con olio e acrilico su tela.
 






In questo scenario emerge il grande tema della SOLITUDINE, che già FMT e Beaugrard hanno anticipato, e che è stato ampiamente indagato dagli artisti selezionati su scala europea a partire da Miriam De Berardis che nella sua fotografia digitale “La solitudine” con schiettezza ne evidenzia il dramma.
 





La drammaticità di questa tematica si trasforma in pacata opportunità nella ricerca artistica di Franco Fasano. In dettaglio nel dipinto “Single” la visione positiva della solitudine viene simbolicamente rappresentata da alcuni oggetti o elementi: pochi indumenti maschili e un gatto solitario affacciato alla finestra. La brillantezza dell’olio sovrasta in entrambe le opere, ma conferisce un grande nitore alla sua pittura soprattutto nell'opera “Penelope 2020”.
 






L’essenzialità scenica enfatizza maggiormente il “racconto” attraverso le immagini e anche nella pittura nitida di Alda Maria Bossi, oltre ai colori brillanti dell’olio, ritroviamo pochi elementi decisivi per la rappresentazione del tema dedicato alla solitudine. Una lampada accesa, una poltrona solitaria, un cuscino, un bicchiere o l’assenza di figure nell'arte di Alda Maria Bossi si trasformano in narrazione visuale, simboleggiando una condizione umana difficile: la solitudine. Nelle sue opere d’arte non troveremo mai l’essere umano, il grande assente, eppure c’è, lo percepiamo, e Alda Maria Bossi riesce a restituirci la sua presenza con una tale sapienza esecutiva, accompagnata dalla semplificazione figurativa. Spesso è nella semplicità che si trova il vero, l’autentico. Degno di nota è senza dubbio l’assetto geometrico della rappresentazione, in armonia con il cromatismo gaudente, che in “Finestra con le tende verdi” e in “Mattina presto, le case dietro il muro” si manifesta in tutto il suo estro razionale. Tra geometrie architettoniche, colori vivaci (espressioni di vita) e una luminosità diffusa e pacata, la ricerca espressiva di Alda Maria Bossi inneggia alla vita, al quotidiano e all'acuta relazione tra interni ed esterni: il dramma della quarantena e del lockdown forzato fra le mura domestiche qui perde i suoi connotati tragici per recuperare una dimensione placida, quasi imperturbabile.
 





Sulla scia di un linguaggio minimalista, s’inserisce la creativa Francesca Crocetti che in “Post-Covid conversation #1” e in “Post-Covid conversation #2” pone l’attenzione sulla riflessione delle nuove modalità di comunicazione favorite (se non imposte) dall’attuale situazione del Coronavirus. I contatti, infatti, si riducono all’uso di Messenger e Whatsapp, ampiamente diffusi ormai a tutte le fasce d’età.

 






Con l’avvento del Coronavirus temi come PAURA E FRAGILITA’ e IL DOLORE. STRAPPI E FERITE sono stati oggetto d’indagine di alcuni artisti.
Esaminando il disegno di Flora D’Angelo, denominato “Amazzone”,  ritorna con chiarezza espressiva il concetto di scissione interna in quanto l’anima viene messa a dura prova nelle situazioni di paura e di fragilità umana. E’ come se avvenisse una frattura temporanea del sé ed affiorasse una coscienza ed un senso di perdita d’equilibrio, seppure il disegno di Flora sia equilibratissimo.


 





Un armonioso equilibrio si staglia magnificamente nell'opera “Mare Nostrum” di Lucia Viganò, dove i toni mitigati si acquietano sulla tela dipinta ad acrilico e sulla quale emerge il concetto di frammentazione dell’identità, frammenti di vita e di destino in balia dell’etere. Il dolore squarcia la realtà psichica dell’individuo, lacerandolo in profondità
 





Michele De Agostini interpreta attraverso l’astrazione segnica la virulenza espressiva del dolore. Nell'acrilico intitolato “Ferita aperta” all’enfasi gestuale del segno e alla ferocia del colore è affidata tutta la carica energetica della sofferenza umana. Il colore rosso sferzante accentua l’efferatezza della vita e sovrasta come un re indiscusso sulle altre tonalità suddite.
 







SOGNO, REALTÀ ED INQUIETUDINE si traducono nella solennità di una splendida figura femminile disegnata con accuratezza da Rossella Mastalia nella grafite su cartoncino “Realtà onirica”. Il volto della donna orientato verso l’alto allude ad una dimensione “altra”, parallela, e ci rammenta che quando la realtà sia satura di inquietudini, ma esiste sempre una via d’uscita: il sogno.
 





Nella storia dell’arte la donna è sempre stata veicolo di nuovi linguaggi per rappresentare concetti o temi di una certa rilevanza. Nella mostra virtuale UOMINI VIOLENTI. CONTRO LA VIOLENZA MASCHILE SULLE DONNE si approfondisce questa tematica sociale. La violenza è sempre esistita, ma nel periodo del Coronavirus si è accentuata ed è esplosa in maniera ancora più significativa. Sono aumentati i casi di violenza maschile e questi dati ci obbligano alla riflessione.
Nel dipinto ad olio “Donne Orissa commemorazione al genocidio del 2008”, realizzato da Fabiana Macaluso possiamo osservare un gruppo di donne indiane in memoria della più grande violenza anti-cristiana che si sia verificata nella storia dell’India, una violenza che si è consumata più di dieci anni fa’, nella quale troppe donne sono state vittime di stupro, molestie e umiliazioni. Fabiana Macaluso è riuscita a restituire allo sguardo delle donne questa atrocità inammissibile.

 




L’artista turca Ipek Candas coraggiosamente propone due sculture in vetro fuso particolarmente efficaci sul tema della violenza contro le donne. Nella scultura “Dreams of a mother when her daughter is born” denuncia che molte violenze sulle donne si verificano nel momento della maternità, una fase particolare nella vita di una donna quasi sognante, che la espone con maggiore fragilità alle violenze domestiche non soltanto fisiche ma soprattutto emotive. Nella scultura “Frustration of the mother when her husband marries their daughter off when the elementary school in their village is closed” Ipek Candas approfondisce la frustrazione – e il profondo strazio - di una madre quando suo marito sposa la figlia legittimando l’abuso sulla figlia. Ad un simile dolore non si può sopravvivere. I sogni vengono irreparabilmente uccisi dal patriarcato.





Il linguaggio diventa simbolico nell'arte di Luisa Finicelli, che in  “Resilienza” adotta motivi floreali come i papaveri per esprimere un concetto più ampio di costrizione e di privazione della libertà femminile. Anziché assumere i consueti toni drammatici, Luisa Finicelli esprime il dissenso per la violenza sulle donne in una rappresentazione sobria, scandita da audaci contrasti luministici.
 






Miriam De Berardis utilizza al contrario delle rose per parlare di violenza sulle donne. Nella fotografia digitale “Le rose ed il sangue” è chiara questa volontà di esprimere metaforicamente da un lato la bellezza femminile, dall’altro le “spine della vita” quando la donna diventa il bersaglio prescelto di uomini insicuri. L’opera della De Berardis affronta questa delicata tematica con sapiente eleganza.
 




Un altro dei grandi temi indagati da questa mostra virtuale collettiva dal carattere internazionale è la RINASCITA, nel quale si cimenta l’artista Mauro Martin con statuari modelli femminili e un impiego della luce quasi solenne. Se si osserva l’opera intitolata “Il cristallo della memoria” un sinuoso gioco di luci sorregge ed enfatizza il desiderio nonché la necessità di una rinascita.
Nella maestosa teatralità del nudo, Mauro Martin diventa poeta dell’immagine, avvalendosi del suo fotorealismo capace di arrivare dritto al cuore delle persone. Basta osservare lo straordinario tripudio di luce in “Posa medicea” o il raffinato intento introspettivo per comprendere l’inedita produzione artistica di Mauro Martin dotata di grande equilibrio rappresentativo.
 

 



A proposito di equilibrio, come contraltare a tanta enfasi espressiva osserviamo, invece, la serenità serafica delle sculture in cartapesta realizzate da Laura Minuti, figure anch'esse solitarie ma espressione di una quiete interiore ritrovata dopo la tempesta della vita. La scultura “Giocoso equilibrio” mette in primo piano un soggetto ludico e un cromatismo gioioso per restituire il sorriso a chi lo ha perso. Nella scultura “Costanza” e nella pittoscultura “Armonia” lo sguardo femminile appare abbassato in un’espressività serena e rilassata: sono due creazioni che racchiudono un messaggio rassicurante per l’intera umanità, edulcorato da motivi floreali nella pittoscultura. Laura Minuti infonde un messaggio di positività e l’auspicio di un ritorno ad una pace interiore, appunto una rinascita dello spirito.

 


Nella tela “La primavera spirituale”, firmata Marcello La Neve, si indica proprio una rinascita dell’anima dopo il viaggio nel buio dell’umanità. L’autore offre uno scenario pittorico incentrato su un’eterea figura femminile adornata da languidi motivi floreali, fluttuanti nell'atmosfera.

 


Interessante il concetto di rinascita suggerito da Manuela Caruso nell'opera “I libri rendono liberi”, la quale auspica una rinascita intellettuale mediante lo spiraglio della cultura, fonte della vera libertà. Ma proprio in questo momento storico la cultura è stata invece palesemente messa a tacere, con i relativi divieti alla realizzazione di iniziative culturali, cinema, teatro, arte, come fosse la “notte dell’uomo”.


 




La rassegna virtuale passa in disamina l’immancabile tema COLORI E BENESSERE: l’arte e la carica energetica dei colori possono diventare in questo momento più che mai terapeutici.
Si noti ad esempio il ricamo punto croce “Caleidoscopio pastello” eseguito da Antonella Argiroffo, dalle tonalità confortanti e armoniose, che nelle geometrie del colore trova un proprio canale espressivo ed una ricerca intellettuale nell'ambito dell’Arte tessile.


Il colore diviene efficace veicolo di comunicazione con l’artista Alda Maria Bossi. In particolare, nelle opere titolate “Tre case vicino al bosco” e “Piccolo paese di sera” si può osservare un cromatismo vigoroso, sostenuto parallelamente anche da una ricerca formale molto evidente in questi due oli più geometrizzanti. La rigorosità segnica di “Tre case vicino al bosco” e “Piccolo paese di sera” lascia poi il posto alla morbidezza del tratto nei dipinti “Due mele e la teiera blu”, “Dolcetti” e “Piatti da lavare”. In quest’ultima tela restiamo travolti e al contempo rasserenati dall'audace accostamento cromatico, che denota non soltanto uno stile proprio personalissimo ma soprattutto un grande coraggio. Alda Maria Bossi possiede una tale padronanza nell'impiego dei colori ad olio e del senso cromatico che ci troviamo di fronte ad opere di grande spessore.
 


E’ un onore poter esporre virtualmente anche le opere del compianto Christian Arnulf  Hecher (1959-2009), storico artista austriaco, dal segno conturbante. Nei suoi acquarelli possiamo fare un’immersione tra i colori autentici della natura, specialmente in “Gira Soli in Mea Testa”, dove la frenesia del tratto scandisce il ritmo dell’anima. Anche nell’acquarello “Campanile Romanico”, firmato Christian Arnulf  Hecher, le tinte naturali e rapide trasmettono unitamente turbamento e brio.


 


Nella fotografia digitale “Colori-Speranza-Creatività” Miriam De Berardis sprigiona un'esplosione di energia psichica di inaudita potenza mediante l’esuberanza espressiva del colore, che diviene protagonista indiscusso dell’opera. Il colore viene utilizzato da Miriam De Berardis come metafora del senso della vita.



 


Proseguendo questo percorso virtuale approdiamo all'arte digitale di Laura Lantero, che ci introduce in un mondo del tutto nuovo dal punto di vista della comunicazione. In “Conversation” l’artista indaga con grande capacità di sintesi il tema delle relazioni umane, messe a dura prova dall’attuale periodo del Coronavirus. Nell’opera digitale “Magic flowers” oltre ai motivi floreali, emerge un particolare equilibrio tra tonalità fredde e calde che con grande intuitività Laura Lantero sperimenta su una gamma cromatica selezionata.


 


La pittrice austriaca Roswitha Schablauer sorprende con il suo cromatismo astratto, indagando l’effimero. Dal colore si infonde una sensazione di benessere nell'osservazione delle sue tele senza titolo, volutamente lasciate alla libera interpretazione del fruitore finale dell’opera d’arte.


 

Dalla Danimarca arriva il corpus di una decina di opere pittoriche, firmate Tove Andresen, che ristorano l’animo umano dalle sofferenze terrene con il loro cromatismo spirituale. L’artista danese ci trasporta in una dimensione di benessere grazie all’esasperazione cromatica e all’apoteosi di luce che caratterizzano alcune fra le sue opere d’arte come, ad esempio, “Magnolia 1”, “Magnolia 2” e “Magnolia 3”, seguita dalla magnifica scansione ritmica della sua pittura in “Amarylis” e “Sunbeam”.


Tove Andresen spacca lo schermo con il suo estro e la sua esuberanza cromatica, che tuttavia si mitiga lievemente nei dipinti intitolati “Forest Adventure” e “Hot Chili” fino all'espressività catartica di “Adventure 2”. Ma se si osservano le tele “Sunshine” o “Alhambra” si percepisce un tentativo emozionale di forte impatto visuale anche nell'adozione di un registro cromatico più moderato.
Questa serie di elementi arborei inneggia ad una rinascita ma soprattutto alla gioia e al futuro con immensa fiducia e non senza una sferzata di ottimismo. Grazie Tove Andresen per questa visione intrisa di straordinaria positività, raggiungibile a tutti.